Dopo qualche settimana di pausa, ritorna Stereo Stefania il vostro blog di musica internazionale locale, che vi propone la migliore musica prodotta da artisti siciliani con una grande caratura internazionale e soprattutto con vagonate di talento da elargire :-)
Si riparte da una breve intervista a Little Gas, chitarrista e voce dei talentuosi Dryleaf.
Buona lettura e poi buon ascolto!
Alla prossima.
ST: Dryleaf
“foglia secca”, in un nome tante verità e tante domande. Da dove nasce il vostro
nome? Come e quando nascono i Dryleaf?
Little Gas: La scelta del nome Dryleaf e’ nata dall’esigenza di
intrappolare in un immagine come la foglia secca i concetti che vogliamo comunicare
con la nostra musica, come la decadenza, la malinconia, la tristezza, la morte.
Durante il corso degli ultimi 7-8 anni ho raccolto
una serie di composizioni tra Palermo e Canterbury (Kent, UK) senza un reale
arrangiamento, registrandole su demo autoprodotte sotto il nome di Little Gas.
Dal 2009 sono tornato a vivere in pianta stabile a Palermo e sapevo che prima o
poi avrei chiesto a qualcuno di arrangiare questi brani, e quel qualcuno non
poteva che essere Salvatore Aiello.
Quindi dal 2012 abbiamo concretamente cominciato a lavorare al progetto.
Quindi dal 2012 abbiamo concretamente cominciato a lavorare al progetto.
ST: L’essere
tornato indietro, l’essere tornato a casa, in che modo ha cristallizzato
l’intensa e lunga esperienza inglese? Ci sono state soluzioni artistiche che
comprendevi che avresti potuto realizzare solo qui?
Little Gas: Tornato a Palermo nel 2009 dopo l’esperienza in Inghilterra durata circa 3 anni, ho cercato in tanti modi di buttar fuori una serie di esperienze sensoriali cercando di concretizzarle artisticamente in progetti musicali che mi vedevano dietro la batteria (Jonestown, Sunset Sunrise) che in realtà e’ lo strumento dal quale provengo, esplorando vari generi dallo stoner rock al dream-pop-shoegaze associandoli a tutto lo spettro di emozioni che vivevo sulla mia pelle in quel preciso periodo, come rabbia, angoscia, frustrazione, ira, tristezza, noia e quant’altro; questa continua ricerca mi ha portato in modo del tutto naturale all’esigenza di provare a esplorare quel lato di me più intimista, avvalendomi del preziosissimo aiuto del mio caro amico Salvatore che ha sin da sempre creduto in me e nelle mie idee; definirei la mia esperienza inglese come un’immersione profonda dentro me stesso, un’esperienza eremitica, sfociata in ciò che adesso si chiama Dryleaf.
Little Gas: Tornato a Palermo nel 2009 dopo l’esperienza in Inghilterra durata circa 3 anni, ho cercato in tanti modi di buttar fuori una serie di esperienze sensoriali cercando di concretizzarle artisticamente in progetti musicali che mi vedevano dietro la batteria (Jonestown, Sunset Sunrise) che in realtà e’ lo strumento dal quale provengo, esplorando vari generi dallo stoner rock al dream-pop-shoegaze associandoli a tutto lo spettro di emozioni che vivevo sulla mia pelle in quel preciso periodo, come rabbia, angoscia, frustrazione, ira, tristezza, noia e quant’altro; questa continua ricerca mi ha portato in modo del tutto naturale all’esigenza di provare a esplorare quel lato di me più intimista, avvalendomi del preziosissimo aiuto del mio caro amico Salvatore che ha sin da sempre creduto in me e nelle mie idee; definirei la mia esperienza inglese come un’immersione profonda dentro me stesso, un’esperienza eremitica, sfociata in ciò che adesso si chiama Dryleaf.
ST: Come
si incontrano le vostre personali esperienze musicali, i vostri gusti? In una
parola: quanto è comune e quanto diverge il vostro personale background?
Little Gas: Io e Salvatore Aiello ci conosciamo da parecchi anni
e abbiamo fin da sempre condiviso la musica sotto ogni forma dall’ascolto
approfondito alla continua ricerca di nuove sonorità e abbiamo da sempre
alimentato il nostro feeling con l’avvicendarsi di svariati progetti musicali
che per un motivo o per un altro non hanno avuto un seguito. Descriverei il
nostro background un parallelismo nel senso che in tutti questi anni di
conoscenza abbiamo militato in diversi progetti ma mai, eccetto rari casi,
insieme.
ST: Il vostro primo lavoro del dicembre 2012 “…Weakest Moments…” e il recentissimo “Backgrounds”, entrambi interamente autoprodotti, mostrano un connubio tra la potenza primordiale, il pulsare vitale e ritmico (non solo della batteria di Aiello ma anche del tocco delle corde assai virile di Little Gas) e un lirismo delicato e quasi sognante… qual è la cifra della vostra arte, tanto aerea quanto nichilista?
ST: Il vostro primo lavoro del dicembre 2012 “…Weakest Moments…” e il recentissimo “Backgrounds”, entrambi interamente autoprodotti, mostrano un connubio tra la potenza primordiale, il pulsare vitale e ritmico (non solo della batteria di Aiello ma anche del tocco delle corde assai virile di Little Gas) e un lirismo delicato e quasi sognante… qual è la cifra della vostra arte, tanto aerea quanto nichilista?
Little Gas: Noi viviamo la nostra arte come necessità
comunicativa fra i nostri mondi interiori e il relazionarsi alla società,
tendendo a un certo nichilismo, cercando di mantenere intatta l’ispirazione
iniziale e valorizzare l’estemporaneità; e’ una caratteristica naturale da cui
non sappiamo prescindere.
Non ci piace progettare la sorte di un brano a
tavolino, siamo convinti che se un’idea e’ sincera ha la capacità di arrivare
all’ ascoltatore in tutta la sua onestà .
ST: Quali
sono le prossime mete, progetti che vi siete prefissati?
Little Gas: Attualmente stiamo
lavorando a nuovi brani per un eventuale album e speriamo di suonare dal vivo il più possibile .
ST: Continuerete
ad auto-produrvi o questa volta ricercherete etichette indipendenti disposte a
credere in voi?
Little Gas: In realtà stiamo già
lavorando con un produttore, ma al momento non sveliamo nulla di più…
continuate a seguirci!