Abbiamo già ampiamente annunciato da questo blog l’uscita imminente di “Stoned Without The Sun” dei Kali Yuga, album che anni fa fu sul punto di uscire e che invece per varie vicissitudini fu letteralmente perso, fino al fortuito ritrovamento di questi ultimi mesi. Con Giancarlo Pirrone, storico chitarrista dei KY, abbiamo fatto una simpatica chiacchierata per ricostruire la storia di questo album che non è esagerato definire “leggendario”.
Stereo
Stefania:
Chi erano i Kali Yuga
nel 95? Qual era la cifra artistica che portò allora alla nascita di “Stoned
Without The Sun”?
Giancarlo
Pirrone:
La formazione dei Kali
Yuga era per metà diversa da quella attuale: Alberto Cancellieri al basso e Ivan
Paolini alla batteria, oggi sostituiti da Fabrizio Vittorietti (basso), con cui
abbiamo suonato già dalla fine del ’96 fino all’inizio del ’99 quando ci siamo
sciolti, e da Alessandro Guccione (batteria). Ricordo che entrammo in studio
nel dicembre del ’95 come eravamo soliti fare nello studio del nostro amico
Tino Paratore dove facevamo delle session live. Questi 5 brani sono frutto del
periodo torinese (quando Bizio e Alberto vivevano stabilmente a Torino, mentre io
e Ivan facevamo avanti e indietro da Palermo) quando quasi mai ci trovavamo a
scrivere dei pezzi prima per poi provarli con gli altri. Tutto nasceva da sessions
di ore in cui provavamo tutti insieme. Solo dopo, nella fase successiva in cui
c’è una scrittura più attenta, Bizio scriveva i testi (il testo di “The
Underwater Snake… is Waiting” è scritto da Ivan Paolini). Quindi poi c’era la
fase di chiusura dei brani. Comunque concorrevamo tutti e quattro alle idee e
all’arrangiamento che allora era molto psichedelico. L’album lo abbiamo
registrato in tre giorni, suonavamo in diretta tutti insieme, un periodo in cui
eravamo dentro la musica 24 ore su 24. In sala di registrazione, suonando anche
molto dal vivo, eravamo sempre carichi e preparati, in grado di registrare le
take dei pezzi tutte di seguito, tutte live. Solo dopo si sceglievano quelle
fatte meglio e si aggiungevamo pochissimi overdub. Poi c’era la produzione, il
mixaggio, la chiusura dell’arrangiamento curato da Paratore, e poi insieme
l’ascolto finale e la chiusura definitiva. Questo in tre giorni si poteva fare.
L’album è in realtà un
EP. Inizialmente dovevano andare quattro dei pezzi registrati, mentre oggi nel
2013 c’è un outtake che abbiamo deciso di inserire come bonus track, “True
Lies”.
Stereo
Stefania:
Voi registrate a Torino
e cosa succede a quel punto?
Giancarlo:
Dopo la registrazione
nel dicembre del ’95 torniamo tutti quanti a vivere a Palermo in pianta
stabile, e come sempre capita in queste occasione ci ritrovavamo con un
prodotto di cui eravamo soddisfatti. Lo volevamo stampare, lo avevamo fatto
ascoltare ad amici, e per una serie di rapporti di lavoro che c’erano già stati
cominciamo a parlarne con un’etichetta catanese molto motivata. Il suo patron
era interessato a realizzare il cd, c’eravamo visti molte volte a Catania per
decidere come muoverci, come organizzarci, gli avevamo dato tutto il materiale:
il master su dat, le grafiche pronte… all’epoca si facevano le grafiche coi
lucidi, si usavano i computer al minimo ma tutto il resto lo affidavi a
un’agenzia… era una roba molto più complicata.
Stereo
Stefania.
Insomma la macchina si
era avviata con naturalezza…
Giancarlo:
Sì sì, assolutamente!
Ora non ricordo con precisione se per la primavera o per l’autunno… ma comunque
aspettavamo l’uscita del cd per il ’96. Ad un certo punto però il tizio
sparisce dalla circolazione. Irrintracciabile. Non ne sapeva più nulla nessuno!
Stereo
Stefania:
Nemmeno telefonicamente
riuscivate a mettervi in contatto con lui?
Giancarlo:
No! Sai che vuol dire
sparito nel nulla? Proprio sparito nel nulla!
Stereo
Stefania:
In quanto tempo avete
capito che eravate nei guai?
Giancarlo:
In un paio di mesi. Le
produzioni indipendenti non hanno una scaletta e un’agenda precisissima e
quindi non ti stupisci se trascorrono giorni, settimane. Comprendi che possono
esserci problemi, difficoltà e non ti preoccupi più di tanto. Ma dopo due mesi…
abbiamo realizzato che c’era seriamente qualcosa che non andava! Amici a
Catania ci confermarono che il tizio si era volatilizzato con le nostre
grafiche, il master del disco… che per noi in quel momento era l’unico! La
delusione è stata enorme. Sapevamo di essere in un momento di passaggio
fondamentale dopo anni densi, pieni di attività e belle soddisfazioni, sapevamo
che questo ritorno a Palermo comportava un cambiamento importante.
Stereo
Stefania:
L’album rappresentava
questo cambiamento, rappresentava anche la vostra possibilità di continuare su
una nuova strada?
Giancarlo:
Esattamente! Per quanto
attivi fossimo eravamo sempre un gruppo indipendente e molto underground.
Quindi fare un disco ogni tanto serve anche per muoversi, per presentare
qualcosa di nuovo quando vai in giro a suonare ai concerti. Sono cose che
devono funzionare e girare con un certo ritmo. D’accordo, non è il ritmo del
mainstream estremamente rigido, ma si devono fare perché aumentano gli stimoli,
perché la direzione musicale una volta che realizzi un lavoro si cristallizza
verso una direzione per poi andare oltre, ecc. Un disco che non esce ti lascia
in sospeso.
Stereo
Stefania.
Quando vi siete resi
conto di quello che era accaduto con il vostro materiale così prezioso, come
può essere prezioso per qualunque artista, ma in questo caso caricato
ulteriormente di altri valori, come vi siete sentiti?
Giancarlo:
Parecchio delusi.
Delusi perché eticamente l’underground ha un valore di un certo tipo… spesso
non scrivi nulla, fai tutto sulla parola. Perché si fa per la musica e non si
fa per altri motivi! E quindi la delusione è stata umana oltre che artistica.
Stereo
Stefania:
Tra l’altro un album
già atteso allora…
Giancarlo:
Devo dire di sì, c’era
una certa aspettativa. Avevamo avuto un ottimo riscontro di critica con
l’uscita del primo EP nel ’94.
Stereo
Stefania:
Questa cocente
delusione segna anche una battuta d’arresto generale nella vostra vena creativa,
nelle vostre intenzioni?
Giancarlo:
In realtà… inizialmente
ci ha aiutato a prendere alcune decisioni drastiche e a dare una sterzata: il
cambio del bassista, l’ingresso di Fabrizio Vittorietti, che conoscevamo come
musicista che andava verso una direzione in cui stavamo e volevamo andare anche
noi, il fare subito musica... Alla fine del ’96 avevamo già fatto un provino
con materiale nuovo. La nostra reazione è stata quella di buttarci sulla musica
e fare roba nuova. Era cambiato inoltre il feeling di quello che volevamo
proporre perché da un periodo psichedelico ci stavamo spostando verso una
direzione più noise, che poi è stata quella che abbiamo sviluppato da lì a tre
anni e che poi siamo riusciti a mettere in un disco del ’99, un 45 giri split
con i One Dimensional Man. Lì ci sono due pezzi -bluesaccio molto noisy-
registrati tra l’altro con uno che allora era tra i primi a farlo e a farlo
bene in Italia, mi riferisco al primo chitarrista dei One Dimensional Man,
Massimo Sartor.
Stereo
Stefania:
Nel ’99 vi sciogliete…
ma facciamo un salto temporale avanti nel tempo, circa tredici anni…
Quest’album perduto, disperatemente desiderato, dimenticato, invece salta
fuori! Che cosa è accaduto?
Giancarlo:
Funziona un po’ come
un’amnesia guarita! C’è un buco di parecchi anni e una rimozione psicologica
del fatto. Quando ci siamo rivisti nel novembre del 2012 in occasione della
presentazione del libro di Daniele Sabatucci (“Palermo al tempo del vinile”.
N.d.R.) abbiamo deciso di rimetterci a suonare e riprendere i vecchi contatti.
Incontro Tino Paratore che era venuto a suonare ai Candelai. E gli chiesi se
niente niente aveva ancora le vecchie registrazioni di “Stoned Without The
Sun”.
Stereo
Stefania:
Nemmeno nel ’96 vi era
venuto in mente di chiederlo a lui?
Giancarlo:
Capito perché ti dico
rimozione? Non mi rendo conto di come sia potuto avvenire che né a me né a
Bizio, che quanto meno ci siamo sempre occupati di questi aspetti
organizzativi, sia mai venuto in mente di chiedere a Tino se avesse un’altra
copia del master. Mi sembra assurdo… ma eravamo convinti al 100% senza nessuna
giustificazione razionale che non ci fosse altro e che il master dato al
discografico fosse l’unico esistente. Quindi quando ribecco Tino gli chiedo se
per caso aveva le registrazioni e mi dice di tenere a vista le bobine di tutte
le registrazioni storiche degli ultimi vent’anni. Bobine voleva dire rendersi
conto se suonavano ancora, rifare tutto il mixaggio… Comunque… mi richiama un
paio di settimane dopo e mi dice che invece negli scatoloni che conservava in
magazzino aveva trovato un master con i pezzi di “Stoned Without The Sun”! Dopo
di che parlo con i ragazzi di Qanat Records che immediatamente si mettono a
disposizione per stamparlo!
Stereo
Stefania:
Entra in scena Qanat.
Giancarlo:
Il mixaggio è quello
originale del ’95 chiaramente rimasterizzato, se ne è occupato con molto
piacere nuovamente Tino Paratore che brevi manu ci ha portato qui a Palermo il
master rimasterizzato. A quel punto lo abbiamo consegnato nelle mani della
Qanat Records. Visto che i ragazzi hanno la bella idea di stampare o ristampare
ciò che come un errore non fu pubblicato in passato hanno pensato che non c’era
migliore occasione per inserire il disco dei Kali Yuga nella collana ERRATA
CORRIGE come secondo volume. Il disco uscirà ufficialmente il 4 agosto e lo
presenteremo live al Beat Full Festival all’Oasi Lago di Piana degli Albanesi proprio
il 4 agosto (2-3-4 Agosto). Fino ad allora sulla pagina bandcamp dedicata a
“Stoned Without The Sun” dei Kali Yuga saranno messi in rotazione i cinque
brani dell’album.
Stereo
Stefania:
I Kali Yuga non se ne
vanno più?
Giancarlo:
Mentre esce “Stoned
Without The Sun” che rappresenta il ponte tra passato e futuro, nel frattempo
siamo negli studi della 800a Records di Fabio Rizzo dove stiamo per concludere
le registrazioni di quattro nuovi pezzi che sono in parte dell’ultimissimo
repertorio noise (‘98-‘99) e in parte dei giorni recenti. Siamo molto
orgogliosi. Per quanto mi riguarda ci sono due-tre cose che devono accadere quando
c’è un progetto musicale vivo: registrare periodicamente quello che fai,
suonarlo dal vivo, avere un bel feedback da parte di chi ascolta e degli
addetti ai lavori, e questa volta sembra che stia andando tutto bene!
Stereo
Stefania
In bocca al lupo di cuore!
Giancarlo:
Grazie e a presto